Autrice: Giulia Anzani
Tutti la guardano, tutti ne parlano. Squid Game, la serie del regista Hwang Dong-hyuk, è il tormentone del momento. In pochissimi giorni – grazie anche al passaparola mediatico – ha surclassato pezzi forti di Netflix, come Sex Education e La casa di carta. Motivo dell’enorme successo una trama avvincente, intrigante e terribilmente coinvolgente. Tiene incollato allo schermo lo spettatore che, puntata dopo puntata, tenta di capire qualcosa in più di questa folle e drammatica avventura in cui si trova catapultato.
Ma, senza incorrere in spoiler, di cosa parla Squid Game? I protagonisti sono 456 persone, disperate e indebitate fino al collo, che vengono assoldate da un’ambigua e oscura organizzazione con sede in un luogo misterioso. Ad “accoglierli” ci sono degli individui mascherati che si muovono secondo uno schema piramidale. Al vertice, il capo supremo di tutta l’organizzazione, anche lui mascherato.
Le persone reclutate, dovranno partecipare a dei classici giochi per bambini – come “Un, due, tre, stella”, tiro alla fune e altri della tradizione sudcoreana. Chi vince passa al livello successivo, chi perde viene eliminato. Definitivamente. Lo scopo del gioco a livelli è vincere 456 milioni di won, pari a circa 33 milioni di euro. È letteralmente una lotta all’ultimo sangue che tiene col fiato sospeso fino alla fine.
Con personaggi ben caratterizzati e uno studio del comportamento umano notevole, antropologicamente questa serie è una miniera d’oro. Molto realisticamente, l’umanità scompare – in qualcuno di più, in qualcun altro di meno – in favore dell’istinto di sopravvivenza. E per ricevere la somma di denaro promessa, cui nessuno vuole rinunciare.
Con ambientazioni perlopiù buie o fredde, saltano all’occhio i colori pastello in alcune (poche) scene, che rendono grottesca una situazione già surreale.
I costumi di scena sono diventati immediatamente un cult, e sul web ci sono i primi timidi tentativi di riprodurre alcuni dei giochi proposti (senza le tragiche conseguenze mostrate nella serie, per fortuna!).
Schiacciando play, entriamo quindi in uno stranissimo e non poi così lontano universo che ci cattura e ci rigetta in poche ore, lasciandoci perplessi ed estasiati insieme.
Che i giochi abbiano inizio!
Pubblicato su www.cinecorriere.it il 6 ottobre 2021